Quando la soluzione è il problema

Sotto un lampione c'è un ubriaco che sta cercando qualcosa. Si avvicina un poliziotto e gli chiede che cosa ha perduto. "La mia chiave" gli risponde l'uomo, e si mettono a cercare tutti e due.
Dopo aver guardato a lungo, il poliziotto gli chiede se è proprio sicuro di averla persa lì. L'altro risponde: "No, non qui, là dietro, solo che là è troppo buio."


P. Watzlawick, Istruzioni per rendersi infelici, 1997


Dott.ssa Antonella Bruno
Psicologa - Psicoterapeuta
n° 14813 Ordine Psicologi Lazio
  
  
Psicoterapeuta individuale, di coppia e familiare, riceve su appuntamento a Roma sud in:
  
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Devo pur sopportare qualche bruco se voglio conoscere le farfalle
Antoine De Saint Exupéry
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Comunque insieme

Non sono pochi gli esempi che ci circondano e che ci pongono domande su come una coppia in disaccordo riesca a stare insieme, su come faccia a condividere il pranzo, la cena, la camera da letto... cos'è che non funziona? o è il caso di chiedersi cos'è che, nonostante le discordie, fa persistere il legame? quante volte capita di sentire frasi del tipo "se potessi lascerei tutto... se potessi ricomincerei daccapo". Ma cosa impedisce di farlo? Come mai pur cambiando le situazioni, pur mutando le esigenze, la coppia non "scoppia"? Spesso si commette l'errore di pensare ad una coppia che ha problemi come ad una coppia litigiosa, "rumorosa"; in realtà non sono pochi i casi in cui la conflittualità, se pur presente, si manifesta in altri modi, forse meno evidenti ma non meno problematici (altro...)



Esperienze nei gruppi (W.R. Bion, 2009)

In questo libro Bion riporta alcune riflessioni seguite ad una sua esperienza diretta sulla conduzione di un gruppo terapeutico. Durante la Seconda Guerra Mondiale gli venne proposto di dirigere il reparto di riadattamento di un ospedale psichiatrico militare. L'obiettivo che si pose inizialmente fu quello di spiegare la nevrosi di cui erano affetti i pazienti del reparto non come un problema individuale, ma come un problema del gruppo, visto che si accingeva a fare una terapia di gruppo. Le sue osservazioni e i suoi obiettivi vennero spesso ostacolati da problemi di natura organizzativa del reparto, eppure man mano Bion evidenzia una serie di fenomeni dinamici di gruppo, da lui definiti (altro...)



Quei temerari sulle macchine volanti (L. Cancrini,1982)

La prima curiosità è il titolo "Quei temerari sulle macchine volanti": L. Cancrini associa la vita del tossicomane all'immagine dei piloti d'aerei degli anni '20, temerari proprio perchè allora gli incidenti erano molto frequenti vista la precarietà della struttura degli aerei, eppure sfidavano il cielo e si affidavano ad ali precarie pur di allargare i propri orizzonti. Allo stesso modo i tossicomani si affidano ad ali precarie, quelle della droga, pur di non limitare la propria esistenza, ma il sole scioglie le ali di chi tenta di volare e di non conformarsi alle regole della società. Altro aspetto per me curioso è l'uso del termine "farmaco" per riferirsi alla droga. Sulla base di alcune interpretazioni, soprattutto psicoanalitiche, Cancrini propone la classificazione di 4 tipi di tossicomania con relativi trattamenti terapeutici (altro...)



L'ansia? è come un cavallo a dondolo

L'ansia è come un cavallo a dondolo: sei sempre in movimento, ma non avanzi di un passo. Chi non ha mai provato almeno una volta nella vita l'ansia? Una telefonata che nn arriva, affrontare una prova d'esame, accettare un incarico lavorativo ... confrontarsi con il capo o con un genitore o un figlio, un fidanzato ... Una situazione nuova o semplicemente un'incessante routine ecco che ad un certo punto,quando meno te l'aspetti, scatta la tachicardia, l'angoscia di non farcela, l'insonnia, il panico e si resta immobili (altro...)



Dottore, mio figlio si fa la cacca addosso, ma parla perfettamente inglese!

Un tempo si parlava di scontro generazionale, un divario incolmabile tra genitori e figli perché dettato da un'età diversa, esperienze diverse e soprattutto ruoli diversi. Un tempo non ci si chiedeva se fosse giusto o sbagliato proibire un gioco ad un bambino o un'uscita ad un adolescente. Si faceva e basta. Un tempo si accettavano le regole genitoriali con una protesta più o meno velata...Insomma si viveva in un clima di proibizionismo, dove la rigidità affettiva e relazionale lasciava poco spazio alla definizione di sé, alle proprie aspettative per rispondere a quelle genitoriali.. per ripagare i sacrifici di una madre e di un padre, si facevano tacere i propri bisogni. Opinabili e più o meno discutibili i benefici di un rapporto basato su tali premesse, eppure di certo un tempo era maggiore la facilità di accettare la frustrazione del sentirsi dire no da un genitore e del dire no ad un figlio. Col passare del tempo cosa è cambiato? Come mai questo divario generazionale è più difficile da tollerare da entrambe le parti? (altro...)



Cosa è l'autismo

Negli ultimi anni si è data particolare attenzione ai bambini diagnosticati come affetti da autismo o da disturbi generalizzati di sviluppo.In realtà non si sa bene cosa sia l'autismo e non si conosce una cura medica, anche se l'insegnamento e l'istruzione hanno un ruolo fondamentale nella crescita e nello sviluppo dei bambini autistici. Il primo a parlare di autismo fu Leo Kanner che nel 1943 pubblicò un articolo su 11 bambini che aveva seguito per anni nella sua attività psichiatrica. Kanner individuò una varietà di sintomi e comportamenti unici: Abitudinarietà (modificazioni anche lievi delle routine e dell'ambiente negli autistici sono causa di agitazione e sofferenza); Sviluppo anormale del linguaggio (ritardo nel parlare o produzione linguistica limitata alla ripetizione di parole altrui); Rifiuto del contatto sociale ( come tendenza ad isolarsi). Tali caratteristiche sono ancora valide anche se è stata abbandonata l'idea di Kanner secondo cui tutti i genitori di bambini autistici sono freddi e distaccati e per questo considerati la causa primaria di tale disturbo. Prima dell'articolo di Kanner il termine autismo veniva usato per un disordine dei processi di pensiero in soggetti affetti da schizofrenia (grave disturbo emozionale riguardante il comportamento, il pensiero e l'umore); oggi se ne parla anche in termini di "disturbo generalizzato di sviluppo"(altro...)



L'alterazione del gusto della vita: Domande insidiose e risposte ancora più insidiose di "una sopravvissuta" al cancro.

Pesante questo titolo...
Non le piace?
Non mi piace "sopravvissuta" e nemmeno "sopravvivente", un termine in voga oggi ... Per alcuni sopravvivere e' un segno di forza, per me significa solo sottolineare che c'è stata una malattia....
Ma di fatto c'è stata. Preferirebbe far finta di niente?.
Come dicono gli psicologi, "negazione".. No, preferirei che non ci fosse stata... E'come identificare la persona con la malattia..(altro...)