L'ansia? è come un cavallo a dondolo

L'ansia e' come un cavallo a dondolo,stai sempre in movimento e non va mai da nessuna parte.
Chi non ha mai provato almeno una volta nella vita l'ansia? Una telefonata che nn arriva, affrontare una prova d'esame, accettare un incarico lavorativo ... confrontarsi con il capo o con un genitore o un figlio, un fidanzato ... Una situazione nuova o semplicemente un'incessante routine.. ecco che ad un certo punto,quando meno te l'aspetti, scatta la tachicardia, l'angoscia di non farcela, l'insonnia, il panico e si resta immobili. L'unico pensiero e' fuggire.
C'e' chi temporeggia ed evita il problema, chi aumenta il controllo con piccoli o grandi rituali .. E tutto questo fa associare l' ansia ad un vissuto negativo, ad un'emozione da cui tenersi alla larga.. eppure l'ansia e' principalmente una normale risposta fisiologica a cui ogni individuo fa ricorso per affrontare situazioni difficili, e' una spia che "allerta di fronte ad un pericolo reale o vissuto come tale".
Ma allora quando diventa patologica? Quando è il caso di correre ai ripari? Quando non è più un'allerta da un pericolo ma e' essa stessa un pericolo? In gergo psicologico l'ansia diventa patologica quando è "invalidante per intensità, pervasività e durata". E' qualcosa di transitorio e sporadico? e' costantemente presente nella giornata? e' circoscritta a momenti e luoghi o e' generalizzata in più contesti (familiare, lavorativo, scolastico, etc..)? Quali le strategie adottate per gestirla? Queste le domande da porsi.
Il campanello d'allarme suona quando le situazioni evitate superano quelle vissute e si innesca un circuito che si autoalimenta (più si evitano le situazioni percepite come pericolose e più si ha paura di esse,più si ha paura e più si evitano). Apportare dei cambiamenti a questo circuito vizioso in alcuni casi non è semplice ma non impossibile. Chiedere aiuto ad un esperto e' un modo per fermarsi a riflettere e imboccare una nuova strada.